Oggi su La Stampa di Torino c'è il bell'articolo di Buzz Aldrin sulla passeggiata lunare e gli effetti che tale esperienza hanno avuto sulla sua vita. Era il luglio 1969, ricordo benissimo quel giorno, come ricordo l'11 settembre. Ci son fatti, non personali, che restano per sempre nei ricordi. Quel giorno, quella sera, ero sul balcone della casa in mare, in Liguria e speravo che un semplice binocolo potesse in qualche modo avvicinarmi la Luna per intravvedere dei puntini saltellanti sulla superficie. Avevo undici anni e già da un paio il mio sogno era di diventare astronauta. Non l'ho realizzato, ho sempre seguito con fascino le successive missioni sino alla Mir, allo Shuttle, all'ISS. Forse è proprio il fascino per il cielo ed i corpi celesti che ho intrapreso questo hobby, qualcosa che coniugasse l'elettricità e la misteriosa provenienza dei segnali radio in una scatola di legno con una bobina avvolta di rame ed una cuffia ad alta impedenza. Ricordo quando univo le confezioni in latta del malto kneipp una sull'altra e le dipingevo con vernice argentea, bucavo il fondo dipinto di rosso come fosse lo sfiato per le fiamme di un razzo e poi inserivo qualche petardo per farlo saltare, di pochi metri. La testa del razzo era un salvadanaio di plastica regalo di qualche istituto bancario. Bella tonda sembrava la palla di uno Sputnik ! Quando molti anni dopo iniziai a capirne un po' di più ascoltando i satelliti RS ed il DOVE allora in qualche modo il mo desiderio di essere astronauta si era realizzato. Non nello spazio, ma ascoltando un segnale che passava nel cielo . La testimonianza di Aldrin e di altri sei astronauti sceni sulla Luna è ora un documentario di Jeffrey Roth dal titolo The Wonder Of It All che verrà proiettato, guarda caso, proprio il 13 luglio all'US Rocket Center di Huntsville in Alabama.
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